In ricordo di Giuliana Lisa Milana

Introduzione a La sessualità

nel pensiero di M. Klein

luisa carbone tirelli


Giuliana Lisa Milana è stata tra i membri fondatori di Richard e Piggle. Ha contribuito con intelligenza e coraggio a interpretare lo spirito con cui la Rivista è nata. Con Adriano Giannotti, Luisa Carbone Tirelli e Vincenzo Bonaminio ha fatto parte del primo Direttivo, costituito con l’intento di favorire un incontro e una collaborazione tra i membri dell’AIPPI e della SIPsIA. Le Associazioni già operavano alla formazione di una nuova generazione di professionisti, interessati al lavoro clinico con bambini, adolescenti e famiglie attraverso seri percorsi psicoanalitici e contribuivano alla promozione della psicoanalisi dell’infanzia e dell’adolescenza, con interessanti approfondimenti e iniziative scientifiche che meritavano uno spazio per essere raccolte e pubblicate.

Con il fondamentale contributo de Il Pensiero Scientifico Editore alcuni di noi stavano già curando Prospettive Psicoanalitiche nel Lavoro Istituzionale, rivista alla cui fondazione nel 1983 Massimo Ammaniti aveva chiamato i Colleghi che operavano in Italia nelle Istituzioni, con un’ottica e con strumenti che derivavano dalla personale formazione psicoanalitica. A Prospettive Giuliana aveva contribuito dall’inizio con passione proponendo alla riflessione e al dibattito, che si svolgeva in primis nella redazione, l’uso nella pratica istituzionale di concetti psicoanalitici come: L’agire e L’azione, la Scissione, la Riparazione, il Setting e molti altri ancora. Ne sono derivati interessanti pubblicazioni e rilevanti convegni scientifici.

Per alcuni anni le due riviste si sono affiancate e la fine della pubblicazione di Prospettive nel 1998 ha indotto la Redazione di ReP, con il pieno sostegno di Giuliana, a ospitare nella Rivista resoconti di esperienze istituzionali significative. È con questa finalità che apriamo, proprio in questo numero che la ricorda, una nuova rubrica sulle Comunità Terapeutiche e Centri Diurni per minori a cura di Roberto Quintiliani.

L’attività di Giuliana come formatrice nel campo dell’assistenza sociale, poi l’incontro con la psicologia e la psicoanalisi hanno prodotto un interessante insieme di esperienze che si arricchivano reciprocamente e che confluivano nell’interesse, che non si è mai spento, per lo studio della psicoanalisi, per l’esplorazione e la scoperta di nuove ipotesi da approfondire, di arricchimenti teorici da integrare, che si accompagnavano ad alcune interessanti riflessioni sul sociale, e a proposte di revisioni della tecnica nella clinica. Giuliana è stata Presidente dell’AIPPI, per molti anni Direttore della Scuola di Specializzazione e Segretario Scientifico. È di questo ultimo periodo l’approfondimento e lo studio delle configurazioni e dinamiche familiari e la necessità di riflettere su cambiamenti di setting che ne permettessero l’emergere e l’elaborazione.

Questi brevi cenni mi permettono anche di introdurre la scelta di un suo scritto da proporre ai lettori di ReP. Nello stile della Rivista desideriamo, infatti, che i Colleghi che ci hanno lasciati siano ricordati nel vivo del loro pensare la psicoanalisi dell’età evolutiva e, ancora una volta, per la generosità che rendere pubbliche le proprie idee alla comunità scientifica comporta.

C’è stata incertezza nella scelta. Ci sembrava significativo l’articolo che Giuliana ha scritto per il primo numero di ReP: Rileggendo Richard (1993). Abbiamo anche valutato come interessanti e ancora attuali alcuni contributi dai volumetti di Prospettive. La scelta infine si è rivolta alla pubblicazione del saggio: La sessualità nel pensiero di M. Klein, pubblicato ne: Il sessuale nella psicoterapia con bambini e adolescenti a cura di Maria Luisa Algini (2001).

Nel proporlo accanto al Focus di questo numero, Configurazioni familiari nel nostro tempo, a cura di Paola Balducci, ci è sembrato di poter, ancora una volta, rendere Giuliana partecipe di un dibattito di grandissima attualità sullo sviluppo della sessualità e dell’identità in età evolutiva. In questo scritto si rintracciano, inoltre, le modalità che Giuliana aveva nel riflettere sulla teoria e sul contributo di M. Klein alla psicoanalisi, anche alla luce della propria esperienza nella stanza di analisi con bambini e famiglie, nello stile appreso dall’esperienza del training nel modello della Tavistock Clinic di Londra, introdotto in Italia da Gianna Polacco. Un’Istituzione che, facendo parte del servizio pubblico inglese, ha coniugato la tecnica con l’attenzione alle ricadute che su di essa avevano i cambiamenti nel sociale.

Come accennavo, questo primo fascicolo del 2022 di ReP ospita nel Focus un ulteriore contributo della Rivista al tema della sessualità e dell’identità di genere, con particolare riferimento alle famiglie omogenitoriali e monoparentali, continuando così la riflessione sulla psicosessualità, sulle tematiche della sessualità nella formazione dell’identità di genere, sulla rilevanza delle tematiche edipiche nell’incontro con le figure genitoriali, della struttura edipica nello sviluppo psicosessuale dell’individuo.

Nonostante la volontà di Giuliana, nella premessa del suo scritto, sia quella di limitare il suo campo d’indagine, è in realtà a queste questioni rilevanti per il pensiero psicoanalitico che esso si rivolge nell’esaminare l’apporto al sessuale del pensiero di M. Klein. Le sue considerazioni sono infatti rivolte ai cambiamenti che, dal sessuale inteso come campo delle pulsioni che danno all’Edipo freudiano il ruolo di vicenda drammatica che culmina con l’incesto e il parricidio, aprono al ruolo che la Klein attribuisce alle emozioni e all’angoscia che le evidenzia. Nell’originario rapporto con l’oggetto primario le emozioni, oscurando gli aspetti pulsionali, danno senso alla qualità dell’oggetto, a ciò che è buono o cattivo, all’odio e all’amore, connotano e inaugurano così la costituzione dello psichismo.

Sono queste le puntualizzazioni da cui Giuliana parte nel proporre come le idee della Klein: “abbiano introdotto nel pensiero psicoanalitico elementi innovativi tali da imprimere un movimento di portata magiore assai maggiore di quanto la stessa autrice e i suoi più immediati collaboratori abbiano in un primo momento riconosciuto e dichiarato”. Anche la genitalità nel pensiero della Klein viene da questo vertice mutata: la curiosità, l’istinto epistemofilico – che diverrà fattore K in Bion (Bion, 1962) – nel momento in cui il bambino rivolgerà al padre fantasie aggressive genererà, connotandolo, un “fantasma castratore”. In questo senso: “la genitalità è data come presenza implicita sin dalle origini”.

Le tesi della Klein emergono così dai primi scritti, e nel corso della sua opera faranno sempre più sfumare la concezione di Freud di uno sviluppo evolutivo in cui si susseguono fasi nell’investimento libidico, con una successione quindi temporale, fino a giungere ad una chiara teorizzazione per la quale, nel corso del primo anno di vita del neonato, si attua: un sistema strutturale fatto di posizioni che stanno tra loro in un rapporto di contrapposizione dinamica. È nel passaggio dal concetto di fase al concetto di posizione che nel 1935 la Klein, proponendo chiaramente come innovativi questi cambiamenti, “[…] sancisce – lo si dichiari o meno – la nascita di una scuola”.

Segnalo a tal proposito la bella descrizione nello scritto di Giuliana sull’andamento a spirale che il concetto di posizione assume nell’oscillazione tra angosce persecutorie e angosce depressive, tra il timore per le proprie sorti e l’apertura alla relazione con l’oggetto. La conseguenza di questa oscillazione è che: “nessun assetto mentale-affettivo viene superato e abbandonato per sempre, ma esso si presenterà e si ripresenterà a livelli diversi”.

Concetto così utile nella clinica quando emergono nuclei psicotici e nel valutare i breakdown degli adolescenti.

Lascio al lettore la riflessione finale dello scritto in cui Giuliana dialoga con A. Green sulla questione della desessualizzazione della psicoanalisi. Desessualizzazione a cui la teoria kleiniana, pensa Green, ha contribuito con la perdita di quell’ancoraggio dal quale, classicamente, l’attività psichica si sviluppa. Scrive Green: “La posta è la seguente: si tratta di sapere se il sessuale è il concetto partendo dal quale l’attività psichica si organizza, si differenzia, si specifica fondando i rapporti tra la coscienza e l’attività inconscia (Green, 1997, p. 21)”.

Nel rispondere a questa complessa questione, nel dissentirne in parte sul finire dello scritto, Giuliana fa una considerazione interessante sullo sviluppo nel pensiero della Klein del tema della sessualità, e così propone: “Certamente la teoria delle relazioni oggettuali ha tolto al sessuale la centralità che aveva avuto in precedenza; ma lo ha anche dotato di significati ricchi e molteplici, umanizzandone scopi e modalità di gestione”.

Ritengo che siano in corso ulteriori approfondimenti di questi “ricchi e molteplici significati della sessualità” stimolati anche dalla necessità di comprensione di pazienti con nuovi e complessi quadri clinici: Penso ai bambini e agli adolescenti che giungono con tematiche di identità di genere, temi affrontati in precedenti Focus e, più di recente, nel Focus Sulla fluidità del genere sessuale in età evolutiva a cura di A. Costis (ReP, 2020), all’interessante riflessione clinica su bambini e adolescenti con quadri poco assimilabili a quelle strutture nevrotiche che la psicoanalisi ha affrontato alle sue origini. Inoltre, è come dicevo e di questo fascicolo il dibattito sull’attualissimo tema della crescita e dello sviluppo di bambini in famiglie omogenitoriali e monoparentali. 

Sono questioni che stanno comportando nuove riflessioni e approfondimenti della psicoanalisi sul ruolo delle relazioni primarie e delle vicende relazionali in età evolutiva, nella costituzione dell’identità e dell’identità di genere. Nel proporre questo contributo di Giuliana Milana ci auguriamo che, con lo stesso spirito di ricerca che ha connotato la sua attività, attraverso ulteriori arricchimenti e confronti di teorie, possa continuare a svolgersi il necessario dibattito scientifico su questi temi cruciali.

Bibliografia

Bion W R (1962). Apprendere dall’esperienza. Trad. it., Roma: Armando, 1972.

Costis A (a cura di) (2020). Focus: Fluidità del genere sessuale in età evolutiva e scena primaria. Richard e Piggle, 28 (1): 45-85.

Green A (1997). Le catene di eros. Trad. it., Roma: Borla, 1997.

Klein M (1935). Contributo alla psicogenesi degli stati maniaco-depressivi. In: Scritti (1921 - 1958). Torino: Boringhieri, 1978.

Milana G L (1993). Rileggendo Richard. Richard e Piggle, 1 (1): 48-61.

Milana G L (2001). La sessualità nel pensiero di M. Klein. In: M. L. Algini (a cura di), Il sessuale nella psicoterapia con bambini e adolescenti. Quaderni di psicoterapia infantile, Vol. 42. Roma: Borla.

Prospettive Psicoanalitiche nel Lavoro Istituzionale (1983, 1). Roma: Il Pensiero Scientifico Editore.




Luisa Carbone Tirelli

Past President AIPPI e Membro Ordinario

con Funzioni di Training


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